Ho dovuto trattare, sinteticamente ma il più possibile completamente, Aristotele, che agli allievi non era noto.
Saltando tutto quello che segue del programma dell'anno precedente, sono poi passato al pensiero umanistico-rinascimentale: in particolare Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, Niccolò Cusano; Lorenzo Valla; l'aristotelismo rinascimentale; il pensiero politico: Machiavelli, Tommaso Moro; Giordano Bruno: l'universo infinito, "De infinito, universo e mondi"; confronto con Copernico, nel quale l'universo è concepito come finito.
Origine e sviluppo della scienza occidentale: la "rivoluzione scientifica"; Galileo; Bacone.
Problemi teoretici e pratici nell'epoca moderna: razionalismo, empirismo, illuminismo: Cartesio, le quattro regole del metodo; dal dubbio metodico al "cogito ergo sum"; lettura di passi dal Discorso sul metodo, evidenziando anche la disorganicità, le incongruenze e le opininioni "scientifiche" errate del Discorso sul metodo;
Pentamestre (secondo periodo)
Spinoza: la vita, l'indipendenza, la coerenza di pensiero e di scelte di vita, Dio, la sostanza, gli attribuiti, i modi, l'"Amor Dei intellectualis"; il Tractatus theologico-politicus, in particolare il capitolo XX sulla libertà di pensiero e di parola; parallelismo con la Costituzione della Repubblica Italiana, art. 21 in particolare; Hobbes: "homo homini lupus" nella condizione di natura, la necessità del "patto sociale" per istituire lo Stato; il Sovrano e il suo potere assoluto, il fatto che il Sovrano sia ab-solutum dal patto che l'ha istituito; parallelismo Hobbes-Freud sul pessimismo antropologico di base, confronto con lo "zòon politikòn té(i) physe(i)": "l'uomo animale sociale-civico per natura" di Aristotele; Locke: in particolare il passo sulla fune finita del marinaio che Kant riprenderà, la critica alle idee innate, le dottrine morali, la dottrina politica.
Non ho trattato Leibniz, avendo dovuto dedicare a inizio anno del tempo ad Aristotele, e dato che, per una serie di coincidenze tra festività e ponti, le lezioni di Aprile sono state poche.
David Hume: le idee come "copie sbiadite" delle sensazioni. La critica alla valenza ontologica del concetto di causa.
Non ho trattato, se non per cenni, l'illuminismo, che ho però abbastanza ampiamente svolto nelle lezioni di Pedagogia. Questa scelta è stata dovuta alla mia volontà di trattare quest'anno Kant, e, almeno per cenni, anche Fichte, Schelling, e i capisaldi del sistema di Hegel.
La rivalutazione del sapere tecnico scientifico nell'Enciclopedia; la definizione di illuminismo data da Kant in "Che cos'è l'illuminismo".
Kant: Critica della ragion pura; Critica della ragion pratica; le quattro definizioni del bello nella Critica del giudizio.
L'idealismo di Fichte e la Missione del dotto.
Schelling: l'Assoluto, nei suoi possibili legami con il Brahman delle Upanishàd Vediche, ma anche con Anassagora, Spirito e Natura come "lo stesso testo in due lingue diverse", la concezione dell'arte come "La grande educatrice del genere umano", che ritornerà in Giovanni Gentile, Filosofia dell'arte, 1931. E che ritornerà in Herbert Marcuse, Eros e civiltà, 1955. Anticipazioni di ciò che si farà in quinta: differenza tra la rivoluzione mediante la violenza di Marx, e la rivoluzione non violenta mediante l'arte teorizzata da Marcuse. Invito alla lettura della novella "La libertà" di Giovanni Verga: una fotografia della morte che resta a terra dopo ogni rivoluzione mediante la violenza.
Hegel: i capisaldi del sistema. La dialettica. Le 6 tappe della Fenomenologia dello Spirito; la figura di "servo-padrone".