Il progetto "L'Arte e la Religione" nasce dall'idea che l'opera d'arte, nel nostro caso l'arte cristiana, è un testo, un insieme complesso di strutture segniche sistemiche che vanno lette, comprese e interpretate. Ciascuna struttura è portatrice di significato e contribuisce, insieme ad altre, a creare il significato complessivo dell'opera. L'arte cristiana, dunque, è un prodotto di significazione e, pertanto, di comunicazione. Il messaggio di questa comunicazione continua, lungo i secoli, ad essere potenzialmente leggibile, comprensibile, interpretabile da ogni destinatario, continua ad essere una potente forma espressivo-comunicativa dei contenuti della religione. Le radici dell'arte come forma di comunicazione simbolica con il trascendente affondano nella preistoria.
Le prime espressioni religiose dell'uomo primitivo si trovano nelle pitture rinvenute sulle pareti e sulle volte delle caverne scoperte nell'area mediterranea. Le incisioni rupestri che rappresentano animali e figure antropomorfe in scene di guerra o in scene corali di danze sacre, sono tutte testimonianze che svelano non solo le abitudini di vita dell'uomo preistorico, ma anche le sue credenze, il suo intessere, una rete di rapporti di tipo simbolico per comunicare con i propri simili, con la natura (magia) e con il trascendente (religione). Nel corso dei secoli, l'arte pittorica, musiva, architettonica si fa ,via via, sempre di più spazio del e spazio per il divino fino a diventare, con il cristianesimo, espressione di fede e al servizio della fede. Il testo-arte cristiana è una potente forma espressivo-comunicativa dei dogmi e della predicazione. Se è vero, infatti, che la religione cristiana è stata conservata e tramandata attraverso le formule dogmatiche, è pure vero che si è tramandata e conservata nelle «formule iconografiche». Anche con le formule iconografiche i cristiani hanno mostrato la loro fede, e imparato la fede contemplandola.
Le pitture catacombali, ad esempio, in una maniera estremamente semplice, perpetuano, celebrano e confermano la fede dei primi cristiani. Queste pitture possono essere definite come voce della «Chiesa-discepola». I cicli pittorici e musivi delle basiliche, invece, richiamavano alla mente e rendevano accessibile ai fedeli il complesso delle verità rivelate, quelle verità che venivano loro proposte per credere e per godere la salvezza eterna. Sono l'eco della voce della «Chiesa-docente». In entrambi i casi la connotazione simbolica del testo-arte cristiana è antropologica nel senso che non è parola di Dio rivolta all'uomo, ma è il dire dell'uomo su Dio. Nelle ore curriculari in compresenza i docenti M. Venditti e D. Galimberti cercheranno di rendere evidenti attraverso slides appositamente preparate questi contenuti-concetti, declinandoli, di volta in volta, per le differenti classi, suggerendo agganci e spunti di riflessione con eventi e/o situazioni appartenenti alla contemporaneità.
Il progetto non vuole, in alcun modo, sostituirsi al corso di Storia dell'Arte già presente nei differenti indirizzi della scuola.